Quando entravo nel 'piccolo' bar, Franco mi salutava e subito nascondeva un sorriso sornione.
Poi, come ogni mattina, sciorinava il solito repertorio.
Mentre con la solita maestria preparava e distribuiva caffè, la sua lingua, simpatica e vivace, andava sempre a battere dove doleva il dente.
Il mio dente.
"Hai dormito stanotte, Fabio?" mi diceva, con apparente noncuranza.
Ed io, che sapevo già dove voleva andare a parare, rispondevo svogliato:”Certo, Franco, certo!”
Lui taceva, annuiva, prendeva tempo, giocava con cucchiaini e tazzine, preparava l'affondo.
La gente intorno non capiva; sorseggiava caffè, addentava brioche, guardava lui, guardava me, sbadigliava.
Ma quella breve pausa, sempre la stessa, ogni mattina, era fatta apposta, era creata ad arte, per rendere più forte e sibillino il seguito.
Che arrivava poco dopo:"Io, invece, quando tu hai sbagliato il rigore a Cesena e abbiamo perso lo spareggio contro la Ternana, io...io non ho dormito per una settimana intera!!" sputava fuori Franco tutto d'un fiato.
Poi, proprio quando la commedia sembrava finita, un altro affondo:"E ancora adesso, se vado a letto e mi capita di ripensare a quello spareggio, faccio fatica a prendere sonno!"
La gente smetteva di bere, di sorseggiare, di mescolare, di azzannare, per guardarlo, per guardarmi.
Io conoscevo la commedia di Franco e sorridevo, ma il sorriso si stampava sulla mia faccia come un ghigno, come una smorfia.
Dopo tanti anni, e dopo tanti, ripetuti, e sempre uguali, agguati di questo tipo, ero ancora impreparato ad affrontarli e a digerirli.
In fondo che c'era di male? Due battute al bar, due cazzate per ridere, due ricordi per sfottere, come ne accadono ogni giorno, ad ogni ora, ad ogni persona, in ogni locale, in ogni luogo.
Ed anche le altre provocazioni, che Franco ormai recitava a memoria, non erano altro che bonari e simpatici colpi di grazia:"Sapete dove ha calciato il rigore questo signore? In curva, sui gradoni, rischiando di uccidere un uccellino che passava di là!"
Cose di questo tipo, insomma, per ridere, per intrattenere, per canzonare.
Che c'era di male? Già, che c'era di male?
Tutto.
Giocare 5 anni nel Chieti è stato un piccolo record, in questo calcio che brucia, cambia, modifica, sostituisce con una rapidità e una voracità incredibile.
Totalizzare con la maglia neroverde ben 151 presenze (12° nella classifica dei fedelissimi teatini) è un altro piccolo vanto per me; così come lo sono quelle 35 reti (8° nella classifica generale) realizzate pur non essendo una punta vera e propria, ma un trequartista, una mezzapunta o, meglio ancora, un tornante, come si diceva una volta.
Vincere, poi, ben 3 campionati in quei 5 anni è stata un altro piccolo merito, un segnale di forza, di costanza, di continuità.
Ecco, però, che se ben 2 di quei campionati vinti vengono poi persi agli spareggi (a Latina contro il Lanciano e a Cesena contro la Ternana)allora le soddisfazioni vanno a farsi benedire, e cosa rischia di rimanere impresso nella tua testa?
Non le presenze, non i gol, non i momenti di gioia, non le progressioni, non le tante battaglie vinte, ma, purtroppo, quei 2 maledetti spareggi!!
Io e il 'mitico' Amedeo Assetta, allora preparatore atletico, siamo stati gli unici ad aver perso entrambi gli spareggi, gli unici a portare sulla groppa quel fardello di campionati dominati, quasi vinti (4 punti di vantaggio a 5 giornate dalla fine, in entrambe le occasioni) e poi drammaticamente persi.
Perdere uno spareggio è una iattura, una sfiga, una disgrazia, è come arrivare ad un cm dalla meta e fallirla, è come arrivare ad un cm dal traguardo e cadere!!
Lo spareggio perduto ti accompagna, col suo carico di delusione, di sconforto, di negatività, per tutto il resto della tua carriera.
Non solo, ti accompagna anche dopo, quando appendi le scarpette al chiodo, e pensi di far pace coi ricordi negativi.
Non è così, perchè ci sono tracce di spareggi ovunque, nelle immagini televisive, negli articoli dei giornali, nei computer, nei cellulari, nei libri, persino nei film e nelle pubblicità.
E, quando non c'è niente di tutto questo, ad affliggerti, ecco che incontri il tifoso che, pensando di farti un piacere, ti dice:”Io c'ero a Cesena!!” o “Peccato per quell'occasione sbagliata!!” o “Eravamo in 5000 allo spareggio!!” o addirittura "I rigori si sbagliano!!".
Tutto ciò contribuisce a riportare a galla un qualcosa che speravi fosse dimenticato e metabolizzato e che, invece, riemerge in un attimo.
Lo spareggio perso è come l'herpes che ti viene sulle labbra!!
Non guarisce mai, è sempre lì, nascosto, celato,latente, e gli basta un piccolo input per riemergere e infettare di nuovo.
Ecco perchè le frasi di Franco mi risultavano indigeste; non facevano altro che riattizzare e riattivare l'herpes dello spareggio che mi portavo appresso, anche a distanza di mesi, di anni, di secoli, dalle partite fatali.
Volevo, e voglio bene a Franco, ma quello non era il modo migliore per cominciare la giornata, con tutto quel veleno buttato giù alle 7 del mattino!!
L'effetto esplosivo e meraviglioso del caffè vanificato da quelle perfide allusioni sugli spareggi!! Francooooooo...
Adesso il piccolo bar è chiuso e Franco non c'è più.
E' emigrato lontano, facendo un percorso opposto al mio: io, dalla Toscana all'Abruzzo; lui, dall'Abruzzo alla Toscana!!
La mia giornata comincia ancora con un buon caffè, bevanda imprenscindibile per la maggior parte degli italiani.
Ogni giorno nei bar dell'Italia e del mondo intero si consumano migliaia di tipi di caffè: espresso, ristretto, lungo, al ginseng, d'orzo, schiumato, marocchino, macchiato, doppio, shakerato, corto, corretto, mokaccino, sospeso, moka, decaffeinato, al pepe, allo zenzero, viennese, imperiale, alla parigina, all'anice, alla turca, con ghiaccio, all'americana, ecc.
E come dimenticare poi i divertenti 'caffè con humour' e 'caffè con utopia' di linobanfiana memoria!!
Però, nel piccolo bar, Franco preparava un caffè che non esisteva in nessun'altra parte della terra: 'il caffè da spareggio'!
Buono, buonissimo, per carità, ma mi andava sempre di traverso!!
fabio fiaschi
UNO SPAREGGIO PERSO RIMANE SEMPRE UNA DELUSIONE.
Non dobbiamo nasconderci, il titolo è forte ma è la verità, specie per un giocatore che ha vissuto quell’avvenimento all’interno della competizione.
Sono contento per Fabio Fiaschi che ci abbia descritto il suo stato d’animo che in cuor suo, non avrebbe voluto ricordare.
Nello stesso tempo sono contento per la mia idea di invitarlo a raccontarci e descrivere alcune fasi della vita di un giocatore, specialmente fuori campo.
Nei suoi aneddoti rivela uno spirito gioioso e scherzoso che risale sicuramente alla sua origine toscana ma ormai teatino di adozione che difende i colori della squadra e della città dove vive. Noi non parliamo solo di calcio ma dedichiamo il nostro tempo anche per ricordare il reciproco rispetto, che molti non fanno, che è la nostra forza e volontà.
Nel suo racconto ci riporta indietro di anni, quando nel nostro passeggio rituale al Corso Marrucino ci si fermava al Piccolo Bar e cercavo di ricordare il nome. La mia memoria ha stabilito: Sigismondi. Credo che sia così. Non era molto piccolo ma gruppi di sportivi si riunivano per discutere e parlare delle partite. Era il tempo della Civitella, dove la passione teatina era più viva e partecipante e tutti si sentivano legati a una fede e nei bar, caffè o in altri ritrovi gli sportivi ne erano coinvolti.
Caro sig. Fabio, Lei ci racconta qualcosa che ha fatto la storia della squadra, anche se qualcuno ancora indica le discussioni, delle volte veritiere e appassionanti, come “ dialoghi da Bar dello Sport”. Sono balle dispersive. Ora è così oppure i nuovi mezzi di comunicazione hanno rallentato anche queste occasioni di dialogare, discutere, insinuare, litigare? Dicono che i tempi sono cambiati.
Gli hanno ricordato lo spareggio perso a Cesena e noi lo ricordiamo a tutti gli sportivi:
CAMPIONATO 1988-89 (SERIE C2-GIRONE)
SPAREGGIO per la promozione in Serie C1. DOMENICA 11 GIUGNO a Cesena. Ternana (48)-Chieti(48)3-1(dopo i c.d.r.) Promossa:in Serie C1: Ternana.
DOMENICA 11 Giugno LA GRANDE DELUSIONE!
Ternana-CHIETI 3-1(dopo i calci di rigore) Reti: Genovasi (C) tiro parato; Doto (T) rete; Baglieri (C) rete; Sciannimanico (T) rete; Fiaschi (C) tiro sbagliato; Perfetto (T) rete; Leone (C) tiro sbagliato.
TERNANA: Renzi, Pochesci, Catto, Forte, Cocco, Strano, Garritano (Spinelli 46’), Sciannimanico, Gabriellini (Perfetto 92’), Doto, Simeoni. In panchina 12. Cipelli, 13. Caccialupi. 14. Scorzini. All. Tobia.
CHIETI: Spuri, Consorti, Alfieri, Di Tommaso, Negri, Genovasi, Torrisi (Leone 114’), Graziani, Fiaschi, Presicci (Scarabelli 82’), Baglieri. In panchina 12. Corneli, 13. Colazzilli, 14. Castellano. All. Giammarinaro, 2°All. Assetta..
(ci sono state delle variazioni rispetto alle formazioni annunciate da parte degli allenatori di entrambe le squadre)
ARBITRO: Cardona di Milano.
NOTE: Spettatori circa 13.000. Ammoniti Forte (T), Simeoni Daniele (T), Consorti (C). I sindaci delle due città G.Porrazzini e A. Buracchio erano presenti in tribuna. Angoli 6-2 per la Ternana.
Questa combattutissima partita, è finita ai calci di rigore. Nel primo tempo Baglieri sfiora il palo come Alfieri che fallisce di poco ed anche Garritano non è da meno. Nella ripresa Spinelli (che sostituisce Garritano infortunato) impegna il portiere Spuri e poi la difesa neroverde viene impegnata da Doto. Si comincia con i supplementari. Nulla.Poi Perfetto, entrato da poco, per poco non segna a porta vuota ma il difensore Genovasi salva. Baglieri risponde con un tiro che sfiora l’incrocio, si comincia il 2°tempo supplementare.Ancora nulla. Dopo la lotteria dei calci di rigore, nel dopo partita i commenti sono tutti di rispetto per il CHIETI.Onori ai vincitori ed anche ai vinti. Si spera nella prossima volta per ritornare in Serie C1!
Si è parlato dell’altro spareggio, quello con il Lanciano e per anch’esso scriviamo l’avvenimento:
CAMPIONATO 1985-86 ( INTERREGIONALE-GIRONE H)
SPAREGGIO per la promozione in Serie C 18 MAGGIO 1986- a Latina: LANCIANO(42)-Chieti (42) 4-2 (d.c.r.). Promossa in Serie C: LANCIANO.
18 maggio 1986- Girone H - a Latina: LANCIANO-CHIETI 4-2 (dopo calci di rigore)
LANCIANO-CHIETI 4-2 (dopo i calci di rigore)
Marcatori: per i rigori per il Lanciano: Cassano, Mazzucco, Ferro e Di Luzio; per il CHIETI: Marangi, Di Renzo.
Il portiere Lattuada (L) parava il primo tiro di La Palma (C), Cassano e Mazzucco (L) segnavano portando sul 2-0 il LANCIANO. Di Carlo Massimo (C) parava il tiro di Cancellieri (L); Lattuada (L) parava il tiro di Roma (C); Ferro e Di Luzio (L) segnavano per il Lanciano, rendendo vano il gol di Di Renzo (C).
CHIETI: Di Carlo Massimo, Cittadino, De Juliis(Petrelli 25’ pt), Valà , Paolini, La Palma, Di Renzo, Roma, Fiaschi,Marangi, Canzanese (Iezzi 98’ p.t.s.). In panchina: 12.Piccorossi, 14.Sorbi Luigi, 15.D’Alfonso.All. Feliciano Orazi. 2°All. A.Assetta.
LANCIANO: Lattuada, Di Camillo, Ferrari, Macrini, Petriccioli, Manunza, Ferro, Di Luzio, Mazzuzzo, Cassano, Morgione (Cancellier 75’ st). In panchina: 12. Orlando, 13.Nardini, 14.Toppetta, 15.Menna. All. Florimbi. ARBITRO: Fucci di Salerno.
La delusione è grandissima e durerà ancora, si smaltirà nell’anno 1986-87 con la promozione in Serie C2! Il CHIETI con la squadra del Lanciano non è stata in grado di sfatare la tradizione contraria nel corso del campionato, infatti negli incontri diretti ha perso ambedue gli incontri, (12^ Giornata andata LANCIANO-CHIETI 1-0; 12^Giornata ritorno CHIETI-LANCIANO 0-1).I tifosi teatini accorsi sono stati circa 4.000 con molti pulmam(circa 40) e molte auto private. A fine partita scontri con la polizia.
Caro sig. Fabio, chiama “maledetti spareggi” i due incontri trascritti sopra, ma il suo palmares giustifica le sue prestazioni per il Chieti calcio ed è ribadita dai suoi interventi nel nostro sito sempre intonati alla tolleranza, alla lucidità tecnica, accennata ma con la fermezza e la determinatezza di amare un gioco, una maglia, una città. Non è poco.
Nel ribadire le sue presenze nelle partite tra i primi dei nostri maggiori fedeli alla maglia, inoltre inserirò la classifica Generale dei marcatori e in questo frattempo mettiamo il percorso, finora ancora poco conosciuto nella sua completezza, del capocannoniere Alfiero Rota. Siamo riusciti a trovare i periodi ai più non conosciuti.
Per il sig Fabio ho considerato anche i marcatori di categoria, cioè la denominazione che le norme federali nominano. Cioè i livelli di campionati. Nella categoria inserita si tratta del V° livello rispettivamente per Interregionale- IV Serie-Serie D.
Tra parentesi tutte le categorie di appartenenza
CLASSIFICA GENERALE MARCATORI.Tra parentesi i campionati giocati
ROTA ALFIERO (6); 70; Esposito Armando (5); 69. Sgherri Stefano (7); 56; Berardi Walter (9); 53; Fichera Luca (3); 44; Rizzoli Cesare (5) 42 ; Rosa Alessio (4), 37; Fiaschi Fabio (5); 35; Baglieri Corrado (4); 34; Genovasi Carmelo (3); 32 ; Orazi Luigi (5); 31; Ascatigno Ferdinando(2); 31.
Percorso-ROTA ALFIERO Roma (19/03/1919)
1936/37 Ostiense 1 Div.; 1937/38 Roma Serie A 0/0; 1938/39 Catania Serie C 0/0; 1940/41 Chieti Serie C/F, 16/5; 1941/42 Chieti Serie C/G, 27/11; 1942/43 Chieti Serie C/H, 21/26(vince classifica Girone H) ; 1943/44 MATER 2/1 Torneo Romano; 1944/45 Chieti 18/16 Misto Regionale (vince classifica Girone Reg.) ; 1945/46 Chieti Serie C-Lega Sud 23/7; 1946/47 Chieti Serie C/F 23/4.
Tra parentesi la categoria di appartenenza di V° LIVELLO. Tra parentesi i campionati di categoria giocati.
Classifica di categoria: INTERREGIONALE-IV SERIE- Serie D
ESPOSITO ARMANDO (3); 45. Tormene Dino(3); 27; Rosa Alessio (2), 26 ; Fiaschi Fabio(3) ; 24; Di Giusto Franco(3); 23; Di Renzo Nicolino(3); 19 ; Pilla(2); 18; Ascatigno Ferdinando(1); 17; Berardi Walter(3); 17; Valà Massimo(2); 17; Sgherri Stefano(1) , 16 ; Orazi Luigi(2); 15.
Ho voluto rimarcare alcuni periodi della nostra vita sportiva riferente alla squadra di calcio che dalla “Civitella” allo “Stadio Angelini” ha trasmesso un unico segnale di fede e di incoraggiamento. Specialmente in questo momento abbastanza cruciale entrare in un campionato dove per tantissimi anni abbiamo giocato, è l’avvenimento che ci terrà impegnati. Le cifre e statistiche ci dicono che siamo tra i primi fin dal 1940 e quindi al posto che ci compete. Lo diciamo da anni, magari sussurrando ma ci crediamo.
(scritto da Licio Esposito 25 febbraio 2014)