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NEL 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI CHIETI. GIUGNO 1944. Viale Liberazione

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NOME. .NICOLA

CITTÀ. .BOLOGNA

MESSAGGIO.

sbucarono  guardinghi  alcuni  armati  che  spararono  qualche  colpo. Mio nonno ed io ci rifugiammo dentro il Seminario da cui vedemmo arrivare altri uomini armati. Dopo poco si presentarono sempre più numerosi uomini.

In seguito quella via fu chiamata della liberazione e su viale 4 novembre esiste ancora una lapide a memoria. Non ho ricordi successivi ma questo episodio è molto vivo. Grazie dei suoi scritti e scusi se per mancanza di spazio non ci sono interruzioni. 
Le domando ricorda un giocatore del Chieti Renosto? Saluti.

 

 

Carissimo Nicola,

Mi fa molto piacere di risentirla e per un argomento a noi molto importante e storico. Ho inserito una foto del campo della Civitella con lo sfondo del Seminario Regionale, credo che  si riferisca a questo  e non a quello Arcivescovile  che sta  vicino all’ex Ospedale civile e alla Pescheria.

L’importanza mi giustifica una riflessione ed è questa: le sue precisazioni  mi convincono ancora che la storia di Chieti in quel periodo non è stata ancora scritta nella sua completezza.

Saranno singoli episodi che molti, magari non danno l’importanza che meritano, ma se si potessero riunire tutte le informazioni si potrebbe rendere molto veritiero tutto ciò che avvenne in quel periodo. Io parlo della testimonianza di persone presenti all’epoca, senza che la storia sia riportata da altri che non sono stati testimoni oculari.

Dico questi perché Lei mi parla delle due strade abbastanza principali poste in zone rionali opposte alla mia raccontata che fa riferimento a via Valignani. Infatti il mio amico Franco Lamanna, anche lui ha scritto le sue testimonianze che si riferiscono appunto alle zone che lei ha  nominato: Viale Liberazione, Viale Amendola, via IV Novembre.

Ci sono dei passaggi differenti e diversi rispetto a quanto scritto nei miei articoli ma che coincidono nella sostanza. L’arrivo della Nembo e la nostra felicità, gli indiani con i loro accampamenti. L’arrivo degli “alleati” da due posizioni del fronte diverse, quella adriatica e quella  montana.

Di seguito le significative citazioni di alcuni avvenimenti:

(scritto da Franco Lamanna)

GLI  SCONTRI  E LE SASSATE

Con l’arrivo degli alleati la vita tornò alla normalità, almeno per noi ragazzi, e tornammo a giocare per strada.

Il nostro viale il giorno stesso della partenza dei tedeschi fu chiamato viale Giovanni Amendola (già XXVIII ottobre). Gli fu assegnato da Pinuccio,  figlio del mio padrone di casa, avvocato Orlandi, vecchio antifascista. Ricordo che munito di una scala, di un barattolo di vernice verde e di un pennello ne  scrisse il nome a grandi lettere  sul muro della casa del mutilato………………….

LA POLVERE DA SPARO.

Il fatto che quelli di via della Liberazione(già Via Roma) possedevano gli elmetti tedeschi ci incuriosì. Dove li avevano trovati ? Fummo informati che nelle campagne intorno a Chieti i tedeschi avevano abbandonato, durante la precipitosa ritirata, non solo gli elmetti ma anche vario materiale di guerra come proiettili per la contraerea, per i cannoni e per le mitragliatrici…………...

L’ARRIVO DEGLI ALLEATI

Ho già detto che i primi soldati che arrivarono a Chieti, per incalzare i  tedeschi in ritirata, furono i paracadutisti italiani della divisione Nembo. Era l’8 giugno del ’44 durante il pomeriggio. Noi eravamo per strada a fare niente. Già il giorno prima si era capito che i tedeschi si stavano ritirando perché in città non circolavano più né automezzi né soldati. ………………..
Eravamo tutti tesi quando udimmo il crepitare di armi da fuoco e alcuni scoppi di bombe a mano. Poco dopo cominciammo a scorgere pattuglie di soldati a piedi, in tute mimetiche, uno distanziato dall’altro di alcuni metri, in fila indiana rasenti il muro della casa del mutilato, imbracciavano il mitra e avevano bombe a mano, della forma di uova di struzzo, infilate in grosse tasche pettorali.
Facendoci cenno con la mano di tacere ci chiesero se sapevamo dove i tedeschi avessero piazzato, nella nostra zona, dei capisaldi di retroguardia. Parlavano italiano! Al nostro stupore “ma siete italiani”? ci dissero brevemente di si e di rispondere alla loro richiesta di notizie. Non lo sapevamo però li informammo che nel nostro viale non c’era neanche un tedesco e che forse si erano attestati sopra la Villa. Si allontanarono speditamente e dopo una decina di minuti udimmo sventagliate di mitra e poi il silenzio. Sarà banale ma l’arrivo di paracadutisti italiani che si battevano contro i tedeschi per cacciarli dalla nostra città ci riempì di orgoglio: essere liberati da paracadutisti italiani assumeva la forza di una rivincita contro tutti gli stranieri, che ormai andavano su e giù per l’Italia non certo per fare turismo. Ce l’avevamo fatta da soli a liberarci dagli invasori, ed anche se  impensabile sino a un’ora prima, da oggi noi a Chieti potevamo dire di essere stati liberati dai nostri soldati. ………………..Furono accolti con abbracci, baci e grida festose di liberazione dalle angosce che per mesi ci avevano oppresso. Finalmente per noi il peggio era passato.

Gli indiani si accamparono nella Villa, stendevano gli indumenti che loro stessi provvedevano a lavare e, da quello che ricordo erano sempre sorridenti ……………. Fumavano delle sigarette che riportavano come logo una V di colore azzurro. Lo ricordo bene perché fu la prima sigaretta che tentai di fumare e che mi procurò tosse e volta stomaco da non invogliarmi a toccarne più una sino all’età di 26 anni.

A onor del vero non ricordo di aver visto gli americani a Chieti. Ricordo i polacchi e le bellissime soldatesse polacche, gli inglesi, i marocchini, i pochi  francesi ma non ricordo gli americani né so dire quanto tempo tutte quelle truppe rimasero acquartierate a Chieti.

Caro Nicola, dopo questa carrellata di altri tempi eccoci alla risposta per il giocatore Renosto.

Era il campionato 1949-50, si era al prima dopoguerra e il campionato era di PROMOZIONE in formato extraregionale. Le squadre erano  marchigiane, allora  agguerrite(Ascoli, Castefidardo, Fabriano, Fermana poi promossa) con le umbre e le abruzzesi abbastanza qualificate.Il Chieti si piazzò al 9° posto e nelle prime battute ci fu una partita amichevole con una squadra di rango di allora, la Triestina che vinse per 4-2 con. Nuciari, Zorzin, Blason, Grosso, Giannini, Sessa, Rossetti,, Trevisan, Ispiro(Adcock), Petagna, Begni(Boscolo). La Triestina della Serie A affronta il CHIETI in una partita amichevole. Folla delle grandi occasioni e festeggiamenti per l’occasione l’allenatore del CHIETI  Dal Pont, fece giocare nella posizione di ala destra, un ragazzo di nome Cirotti (figlio del proprietario di un noto Salone di parrucchiere). Segnò un bellissimo gol, con un tiro a mezza altezza. I triestini giocarono il campionato maggiore classificandosi all’8°posto con p. 40, vinse la Juventus con punti 62.

Di Renosto abbiamo solo due reti segnate sulle sei(6) attribuite e 20 presenze.

13^Gior, CHIETI-TERAMO  (1-1-50)  2-1 Pilla (C), Renosto(C), Cocciolito(T),      5^Gior, Fabriano-CHIETI 0-1 reti: Renosto (C) (poi 2-0 per Fabriano per posizione irregolare giocatore del CHIETI)  .

Il nostro Renosto fa parte di una famiglia sportiva di calciatore ma dovrebbe essere Giacinto con appartenenza al Venezia e  Montebelluna e successivamente dopo i neroverdi con Avellino  e Andria (Serie A-Promozione-IV^Serie).


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